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“È il momento di batterci per un’Europa sociale, siamo qui per vincere”, l’intervento di Elly Schlein al Congresso PSE

“Il risultato deve ancora essere scritto: siamo qui per vincere”. Sulle note di Bella ciao dei Modena City Ramblers la segretaria del Pd Elly Schlein chiude, in un abbraccio collettivo, i lavori del Congresso del Pse.

“C’è un vento di cambiamento in Italia, abbiamo dimostrato che un’alternativa esiste. Tra dieci giorni si vota anche in Abruzzo, forza Luciano siamo con te”. Aveva detto Schlein, nel suo discorso, chiamando un applauso per il candidato alla regione Abruzzo, Luciano D’Amico. Che il cambiamento sia possibile, ha sottolineato, “lo abbiamo già dimostrato e in Europa lo dimosreremo il 9 giugno grazie a Nicolas Schmit”.

“Sarà una campagna elettorale cruciale per il destino del nostro Continente”, dice la segretaria dem. “In questa Ue noi siamo la voce che non teme di sottolineare le mancanze, gli errori e i limiti degli ultimi anni. E’ il momento di batterci per l’Europa che vogliamo, un’Europa sociale, per i molti e non per i pochi. Vogliamo un’Europa per i lavoratori”.

“Dobbiamo esser chiari con gente come Orban: non puoi avere solo benefici di stare in Ue, senza condividerne la responsabilità. Sono stata la settimana scorso a Cutro: non si possono accettare queste strage. L’Europa è stata costruita non per innalzare muri, ma per dare speranza. Dobbiamo lottare per i diritti delle donne contro il patriarcato e per sostenere il lavoro femminile senza smettere di lottare per affermare che lo stupro è un reato comunitario e che la vita sessuale deve avvenire solo sulla base dell’esplicito consenso”, ha aggiunto la segretaria dem. Una risposta indiretta anche alla protesta del gruppo di femministe che per alcuni istanti avevano interrotto i lavori del congresso del Pse, rivendicando “senza consenso è stupro. No alla direttiva europea”.

“Il Pd chiama una forte iniziativa europea per il cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi e l’invio di aiuti alla popolazione civile a Gaza. Dobbiamo sostenere Josep Borrell per una soluzione di due stati. Questo non si può fare negando il diritto dei palestinesi ad avere il loro Stato”.

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